Ciao cose! Come vivere da minimalista

Alessandro Melazzini
6 min readJun 12, 2021

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Avrei voluto scrivere prima questo articolo, ma ho fatto ripulisti in armadio.

D’altronde dopo la lettura di Fai spazio nella tua vita. Come trovare la felicità con l’arte dell’essenziale di Fumio Sasaki la prima cosa che viene voglia di fare è disfarsi di un po’ di zavorra che ci appesantisce la vita. Come i molti vestiti mai usati, o non indossati da lungo tempo, che conducono una triste esistenza nell’angolo di un armadio, nella vana speranza, un giorno o l’altro, di tornare a vedere la luce del sole. Ma in fondo se certi abiti non li indossiamo da molti anni qualche motivo ci sarà. E in effetti ha qualcosa di benefico l’atto di disfarsi di oggetti sostanzialmente inutili, testimonianze tutt’al più di un passato lontano. Si tratta di una pulizia fisica che è anche un detox mentale. Perché il primo vantaggio di possedere meno è quello di avere più ordine in casa e, automaticamente, di sperperare meno tempo cercando un posto per qualcosa che nella nostra quotidianità un posto invero non ce l’ha più o, forse, mai l’ha davvero avuto.

Meno è meglio, questa in poche parole la pratica mentale suggerita dal giovane Fumio Sasaki, erede non troppo consapevole della tradizione estetica Zen del suo paese, il Giappone. Un luogo in cui volenti o nolenti ci si deve porre presto la questione su cosa sia effettivamente necessario avere con sé, visti i costi spropositati degli affitti e quindi la necessità per molti di condurre una esistenza entro pochi metri quadrati. Fumio ad esempio prima viveva in un cubicolo di 25 m2 pieno di oggetti. Valanghe di libri (non letti, come ammette onestamente), pile di CD affastellati — più che altro per impressionare amici e conquiste femminili -, televisori, consolle e videogiochi. Piano piano l’autore ha capito che ogni oggetto in meno era un toccasana per la sua quiete mentale, con il risultato che ora vive in un nuovo appartamento ancora più minuscolo (20 metri quadrati), ma che gli pare una reggia, dal tanto che è pieno di niente.

Ma attenzione, la ricetta di Sasaki non è quella di un eremita. Il ragazzo vive nell’oggi, ed è un fan dei prodotti della Apple, il cui fondatore a sua volta si ispirò da giovane all’essenzialità zen che, unita con la capacità di fare affari tutta americana, ha creato oggetti iconici in grado di funzionare senza manuale e piacere a tutti e in ogni dove. Ecco, Fumio del suo iPhone non si separerebbe mai, ma non per una sorta di feticismo in contrasto con la sua filosofia di vita improntata al vivere in maniera essenziale, quanto perché lo smartphone gli permette di eliminare una caterva di altre cose, siano esse la torcia elettrica, la sveglia, l’indirizzario, l’album fotografico, l’agenda per gli appunti e via elencando. Invero il fascino di Steve Jobs sul propugnatore del minimalismo 2.0 è tale che i consigli di quest’ultimo si spingono fino al suggerire di smetterla con la moda e tutto il suo circo mediatico. La moda altro non è che la promessa di individualità per ogni conformista pagante in affannosa ricerca di nuovi capi d’abbigliamento per cercare di stupire… rassicurando. Anziché stare compulsivamente dietro ai trend del momento, perché non cercare un proprio dress code personale che permetta a tutti, e non solo ai capitani d’azienda della Silicon Valley, ad Armani e agli eroi dei fumetti, di non pensare mai più a cosa dover indossare la mattina?

Probabilmente suggerire che il vestirsi sempre uguali ci catapulti nell’orbita del successo alla Mark Zuckerberg è un po’ semplicistico, e il consiglio di Fumio soprattutto in Italia non può che rimanere inascoltato se non deriso — nondimeno c’è del vero nel suggerimento di trovare un metodo anche nella cura del proprio abbigliamento, al fine di liberare la mente verso compiti più affascinanti rispetto alla scelta di quale cintura usare domani mattina.

Così come ci si può liberare della zavorra materiale, e seguendo l’esempio di Steve Jobs, noto per congedare bruscamente i partecipanti di un meeting che non considerava essenziali per la riuscita dello stesso, Fumio Sasaki consiglia di applicare la filosofia del minimalismo anche nei rapporti personali. Di quanti amici abbiamo bisogno davvero? Di molto pochi, ci verrebbe da dire, se si abita in un appartamento di 20 metri quadrati. E questo è sicuro.

Ma anche se si vive in una villa, anzi soprattutto in questo caso, siamo sicuri che coltivare rapporti superficiali al solo scopo di sentirsi al centro dell’attenzione di molti, sia la via giusta alla propria soddisfazione personale? Steve Jobs — ricorda sempre l’autore — ogni mattina si chiedeva se quello che stava facendo lo avrebbe fatto anche se fosse morto la sera stessa. E in base a ciò adattava il programma della propria giornata, al fine di perdere il meno tempo possibile con quello che considerava inessenziale.

Ora, si può stare a discutere se lavorare indefessamente ai più piccoli dettagli di uno scatolotto chiamato iPhone sia una di quelle azioni che si farebbero anche l’ultimo giorno della propria vita, sta di fatto che per il fondatore della Apple le priorità erano chiare. Bene sarebbe che ognuno assumesse più controllo sul proprio tempo per ben capire cosa o chi sia davvero importante nella propria vita e quali siano le conoscenze inutili e le azioni svolte in maniera semiautomatica per inerzia, superficialità o semplicemente pigrizia.

Il risultato di questo cambio di visione circa le proprie cose, azioni e relazioni, secondo Sasaki è un effetto positivo sulla propria personalità, al punto da renderla più solida e meno influenzabile dal mondo esterno. Egli stesso, con uno striptease mentale, ci svela di essere stato un ragazzo roso dalla gelosia e in constante ricerca di apparire migliore degli altri, sempre pronto a paragonarsi a qualcuno più fortunato di lui, con il solo risultato di vivere una vita di rimando, incupita e astiosa. Da quando ha fatto ordine intorno a sé e, di conseguenza, dentro di sé, Fumio è un uomo nuovo, più leggero e aperto verso il mondo, quasi che andando di ramazza sia riuscito anche a disfarsi del proprio grigiore. Non solo, ma pare che a furia di disfarsi delle cose inutili sia riuscito anche a dimagrire. E non solo perché se il burro di arachidi non c’è è più facile non mangiarlo, quanto perché l’abitudine mentale di vivere in maniera essenziale a suo dire lo ha spinto pressoché naturalmente a moderarsi col cibo e le bevande. Tutto questo è andato a vantaggio delle proprie relazioni personali, perché “alleggerendo” il proprio umore è entrato in contatto con nuove conoscenze, più in linea con i suoi nuovi gusti, con il risultato di aprirsi al mondo, anziché chiudersi in sé stesso. Per gli scettici che vedono in tutti questi vantaggi un ragazzo che crede di aver trovato la panacea a tutti i mali, Fumio risponde ricordando che il minimalismo altro non è che la condizione più naturale di tutte, con la quale veniamo al mondo: nudi come i vermi e senza niente in tasca. Si potrebbe obiettare che l’uomo è molta più cultura che natura, ma qui vogliamo risparmiarci polemiche e continuare ad ascoltare Sasaki e la sua arte di togliere.

Al fine di ottimizzare il proprio tempo Fumio ricorre di nuovo all’aiuto della tecnologia. Perché conservare fotografie, lettere della mamma o di vecchie amanti, appunti e ricordi cartacei? La sua ricetta estrema: scannerizzare tutto e conservare sul Cloud memoria digitale dei propri ninnoli del passato. Con il vantaggio di fare pulizia e avere sempre a disposizione ovunque si vada i propri ricordi. Un ragionamento che non fa una piega, non fosse che per molti la sensazione tattile è impossibile da sostituire con qualcosa di immateriale. Anche chi non riempie i propri scaffali di volumi per impressionare le nuove conquiste — ma quante poi davvero si fanno ammaliare da una biblioteca ben fornita? — deve ammettere che la comodità di leggere un eBook o ascoltare un audiolibro non sostituisce la soddisfazione di possedere una copia cartacea di un libro. Con il risultato, come nel mio caso, che il libro di Sasaki prima l’ho letto sul Kindle e poi per ricordo l’ho acquistato anche in formato cartaceo.

Sono consapevole che Fumio se lo sapesse si sentirebbe preso in giro. Ma, in fondo, ho contribuito doppiamente ad aumentargli un pochino il conto in banca.

E quello, anche per il propugnatore di una vita improntata all’essenziale, sono sicuro che non segue la regola del meno è meglio.

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Alessandro Melazzini
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